È una carrellata di immagini di Angeli scolpiti o dipinti dagli indigeni, con piume, ali di uccelli o motivi floreali, tipico della loro cosmovisione. Per far conoscere quest'arte in Italia, Gianni Baldotto, ha ripercorso la vasta area delle rovine, letto gli scritti di viaggiatori che le visitarono e le lettere che i Gesuiti inviavano a Roma, consultato gli archivi di mezzo mondo, per realizzare nel 2004, Il Barocco nelle Missioni Guaranì, opera a carattere multidisciplinare, che ha anche ricevuto il premio Mazzotti 2005. Un periodo di storia straordinaria, durante la quale pochi Gesuiti, rispettosi della cosmovisione indigena, stavano dando vita a una dignitosa società. Un'esperienza che commosse l'Europa, ma che le invidie e una efferata campagna antigesuitica li perseguiterà fino a farli espellere come delinquenti dalle corti europee e dalle colonie americane. Perché?. Perché "avevano osato opporsi, riuscendoci, alla schiavizzazione dell'Indio". I nuovi Ordini religiosi, incapaci di gestire il severo schema sociale creato dai Gesuiti, e interessati solo all'avventura e alle enormi estancias, portarono alla totale miseria oltre centomila Indios. Con le guerre d'indipendenza poi, tutto verrà razziato; delle chiese, solo quattro sono rimaste parzialmente in piedi, e una parte delle preziosi opere d'arte, gelosamente nascosta dagli Indios, si può oggi ammirare nei Musei del Paraguay, Brasile e Argentina.