Il libro ha come obiettivo quello di valorizzare opere lignee o artisti attivi a Legnano tra Cinquecento e Settecento. E il risultato di tre anni di ricerche svolte dagli autori in archivi legnanesi e milanesi. Le opere, documentate da una campagna fotografica in buona parte inedita, sono conservate in edifici sacri di Legnano, come la basilica di S. Magno, la chiesa della Nativi à di Maria Vergine di Legnarello ( la Madonnina ), il santuario di Santa Maria delle Grazie. Arte lignea a Legnano prende avvio dal 1584 - anno in cui l arcivescovo di Milano Carlo Borromeo sposta da Parabiago a Legnano la sede di capo-pieve - ponendo da subito in rilievo in particolare la pregevolissima copertura del fonte battesimale di S. Magno, eseguita a partire dal 1592 da due tra le migliori botteghe milanesi, quella di Giovanni Ambrogio Santagostino e dei Taurini.Oltre ad occuparsi di intagli e sculture, un tema su cui critici e storici si sono poco attardati, il volume pone l'accento in particolare su due scultori in legno, Giovanni Battista Salmoiraghi (1589-1665) e Giovanni Paolo Rossetti (1598 ca.-1678), entrambi gi à registrati dalla letteratura storico-artistica ma in modo parziale o lacunoso. Il primo a parlarne è il prevosto Agostino Pozzo, in un manoscritto datato al 1650 e intitolato Storia delle chiese di Legnano . Il Salmoiraghi, originario di Legnano, è personalit à di spicco del Barocco lombardo; milanese di adozione, vi esegue opere disperse per la basilica di S. Eustorgio (1638) e per la chiesa di S. Fedele (1640 ca.). Altri incarichi sono documentati a Tirano, nel santuario della Madonna (cantoria d organo 1638/1650-1651), a Seregno, nella parrocchiale di S. Vittore (cantoria d organo, dispersa - 1648) e ad Abbiategrasso, nella chiesa di S. Pietro (ancona lignea, cappella di S. Maria al Presepio - 1649). Il Rossetti è figura ben diversa, in buona parte ancora sfuggente, a lungo attivo a Legnano, privo di rapporti diretti con ambienti artistici ed artigianali milanesi. Il suo nome compare per la prima volta nel contratto relativo a opere varie da lui forse eseguite nel 1630 per la chiesa parrocchiale di S. Stefano ad Olgiate Olona e una seconda volta come autore dell ancona posta sull altare maggiore del santuario legnanese di S. Maria delle Grazie (1635). Non risulta invece alcun riscontro documentario per l attribuzione della cornice della pala del Giampietrino, nella cappella dell Immacolata Concezione in S. Magno, forse rifatta o trasformata intorno al 1633. Lo studio della sua personalit à offre importanti spunti di riflessione sulla committenza locale, sul rapporto con la citt à di Milano, sugli ambienti culturali legnanesi, tema cardine dell approfondimento di Dario Rondanini, che spinge la geografia culturale di Legnano fino a Cagliari, in Sardegna, da cui provengono le reliquie dei martiri procurate nel 1624 dai capitani Giovanni Battista e Curzio Lampugnani, quest ultimo appartenente al ramo dei cavalieri di Legnarello. I documenti d archivio hanno fatto emergere molti nomi, spesso rimasti tali, di falegnami, ebanisti, carpentieri, espressione di una ricchezza artigianale ben nota agli storici locali e non.
Tra essi vanno menzionati Giovanni Battista Chiocchetta, un secondo Giovanni Battista Salmoiraghi autore dell armadio della sacrestia di S. Maria delle Grazie di Legnano (1683-1684)- gli indoratori Piero Francesco Risseta o Rossetti e Giovanni Salmoiraghi, che lascia la sua firma sulla parte posteriore di una Cena in Emmaus, conservata nel museo della chiesa di S. Michele di Busto Arsizio.
L indagine, che va quindi interpretata anche in una chiave di valorizzazione territoriale, si conclude sul passaggio all epoca napoleonica, al termine di un secolo piuttosto vivace anche per Legnano e che sul fronte degli arredi lignei registra la presenza in S. Magno di scultori milanesi come Carlo Antonio Perego (crocifisso per l architrave della basilica di S. Magno 1704/1705) e Giuseppe Antignati (1704-1778), tra i pi ù attivi ed autorevoli a Milano e in Lombardia (angeli reggenti il trigramma IHS, cappella del Crocifisso, basilica di S. Magno 1752), e l influenza rilevante del canonico e pittore bustocco Biagio Bellotti (1714-1789), autore di disegni per opere inedite eseguite in S. Magno dai falegnami Antonio e Giuseppe Mazzucchelli di Villacortese (bussole per le porte laterali, 1781; documenti per due cantorie oggi disperse, 1776), gi à emersi per lavori lignei nella basilica di S. Giovanni Battista di Busto Arsizio (bussola della porta, 1775).