Una grande mostra dedicata ad Antonio Canova (Possagno 1757 - Venezia 1822) artista considerato, tra la fine del Settecento e la prima metà dell'Ottocento, come il maggiore del suo tempo e celebrato come il novello Fidia - ma anche il nuovo Raffaello -, per aver raggiunto e forse superato la perfezione degli antichi scultori Greci.
La rassegna, che si configura come la più impegnativa e completa a lui dedicata dopo quella di Venezia del 1992, intende ripercorrere attraverso una serie di capolavori esemplari la carriera del grande scultore - nato nel piccolo villaggio di Possagno da umili natali, e avviato alla pratica della scultura dal nonno scalpellino -, ponendo per la prima volta a confronto le sue opere - marmi, gessi, bassorilievi, bozzetti, dipinti e disegni - con i modelli antichi cui si è ispirato e con i dipinti contemporanei con i quali si è confrontato. Tra i capolavori esposti meritano di essere ricordati l'Ebe di Forlì, la Danzatrice con le mani sui fianchi del museo di Dresda, la Venere italica, i Pugilatori vaticani e lo straordinario Autoritratto canoviano degli Uffizi.
Questa rassegna sviluppa inoltre, per la prima volta, il rapporto tra la scultura e la pittura, non solo per quanto riguarda i dipinti dello stesso Canova, ma anche per quanto concerne gli artisti da lui influenzati, come Francesco Hayez.
Il catalogo delle opere è introdotto da numerosi saggi critici ed è completato da apparati bibliografici.