Cosimo Fanzago (1591-1678) è stato il cardine della produzione artistica del Seicento napoletano. Di origini bergamasche, si era trasferito in giovane età nella città partenopea e, attraverso una sofisticata osmosi tra architettura e scultura seppe dare alla città una veste barocca. Questo volume presenta il primo studio monografico della sua produzione scultorea: ad un saggio che ne ri percorre le tappe biografiche e artistiche seguono un catalogo ragionato delle opere e un'appendice documentaria, nella quale sono trascritti integralmente sia i documenti già pubblicati sia altri inediti, reperiti negli archivi di Napoli, Roma, Venezia e Salamanca. Un appparato di tavole, per lo più frutto di una nuova campagna fotografica, correda il testo. «La produzione scultorea e con essa l'opera di Fanzago godettero [...] di scarsa considerazione da parte dei letterati del tempo [...]. Soltanto al 1669 risale la prima citazione del Fanzago in un'opera propriamente letteraria: Federico Meninni dedica un madrigale a Il Tempo, statua del Cavalier Cosmo. [...] Nell'ultimo ventennio del Seicento la produzione di Fanzago viene invece censita nei numerosi testi di periegesi: al parziale resoconto di Pompeo Sarnelli, segue quello più attendibile di Carlo Celano, che nelle Notizie licenziate nel 1692, stila un elenco delle opere napoletane dell'artista, ripreso senza variazioni da Parrino. In quel giro d'anni Giovan Battista Pacichelli descrive le opere calabresi - testimonianza preziosa perché alcune di esse vennero distrutte o danneggiate dal terremoto del 1783» [...].
(dall'itroduzione di Paola D'Agostino)