Nonostante le devastazioni subite dal patrimonio artistico e architettonico, dovute non solo a calamità naturali, la provincia reggina conserva un cospicuo catalogo di manufatti marmorei cinquecenteschi. L'interesse di queste sculture va ben oltre il loro valore artistico, poiché esse costituiscono la traccia più significativa sopravvissuta fino ai nostri giorni di un secolo tra i più prosperi per la storia regionale, rivelandosi documenti preziosi per ricostruire un quadro organico di quell'epoca, utili finanche a chiarire, a volte sopperendo al totale silenzio delle fonti scritte, determinate dinamiche socio-economiche. Salvo poche eccezioni, le opere analizzate provengono da botteghe messinesi, per le quali la committenza calabrese costituiva un importante sbocco. Inoltre, le sculture inviate in partibus Calabriae, sovente firmate o documentate, rappresentano testimonianze imprescindibili per ricostruire il percorso artistico di artisti come Martino Montanini, Giuseppe Bottone e Rinaldo Bonanno.