Membro di una tra le più importanti dinastie di scultori italiani tra Sei e Settecento, il carrarese Giovanni Baratta (1670-1747) si formò a Firenze e a Roma. Dopo aver trascorso in Toscana tutta la prima fase della propria carriera, fece rientro nella sua città natale ove concentrò la sua attività inviando opere presso i maggiori centri italiani ed europei. Se la città dei granduchi gli aveva offerto visibilità internazionale e garantito rapporti con mecenati di alto rango, dallo studio carrarese lo scultore poté ampliare la propria produzione contando su un laboratorio esteso e ben organizzato, nonché su un rinnovato e fruttuoso rapporto con il mercato del marmo. La storia materiale di questo studio, la sua organizzazione in relazione alla committenza italiana ed internazionale, l'ascesa sociale di Giovanni Baratta ed il suo coinvolgimento nel mercato del marmo costituiscono il fulcro di questo volume, nel quale sono per la prima volta pubblicati integralmente il testamento e l'inventario dei beni dell'artista.