Il volume accompagna la mostra che inaugura la riapertura di Palazzo Mazzetti di Asti, uno degli edifici storici più significativi della città. L'esposizione vuole riflettere per la prima volta in maniera completa sul ruolo della scultura lignea nell'Astigiano tra il Manierismo e il Barocco, dando conto di tutte le esperienze, quanto mai differenziate, che trovarono espressione nel territorio, vero e proprio crocevia di diverse influenze artistiche.
Le opere - selezionate grazie a un prezioso lavoro di catalogazione e di ricerca archivistica avviato negli anni scorsi - sono state restituite al pubblico in tutta la loro bellezza, grazie a un'importante campagna di restauro.
La nuova leggibilità delle sculture ha consentito di mettere in luce dettagli tecnici e stilistici, e di valutare, nell'opera delle diveste botteghe, gli apporti fiamminghi, quelli lombardo luganesi e quelli liguri, nonché gli influssi di altre località piemontesi. Fra le numerose testimonianze del XVII secolo merita una particolare menzione la riscoperta del ruolo della bottega astigiana di Michele Enaten i cui capolavori proposti costituiscono una sorta di sezione monografica, ampiamente documentata nel catalogo.
Nell'ultima parte del volume sono riproposte, come in un atlante, le statue non presenti in mostra, ma reperite e fotografate su tutto il territorio in occasione del censimento CEI e delle campagne di catalogazione ministeriali.
Il catalogo, corredato da numerosi saggi critici e completato da un'appendice documentaria e da indici, si qualifica come un prezioso strumento per futuri approfondimenti, nonché un passo significativo verso la conoscenza e la tutela di questo genere di manufatto.