Lo studio della circolazione della scultura In legno policroma in età barocca mira a mettere in luce l'intenso scambio di opere d'arte nel Mediterraneo occidentale.
Luoghi di scambio e di approdo delle sculture sono i porti di Napoli, della Puglia (Gallipoli), di Genova, di Cagliari e della Spagna (Alleante, Valencia, Cartagena e Cadice).
Dall'indagine comparata delle fonti scritte (De Domini, Ponz, Celano) e iconografiche è emerso il ruolo determinante della committenza spagnola: da quella vicereale, nobile e ecclesiastica, alle confraternite con la toro continua richiesta di opere d'arte presso le botteghe napoletane.
Particolarmente proficua la consultazione di inedite fedi di credito e di pagamento effettuata presso l'Archivio Storico dei Banco di Napoli. Settanta polizze rilevano l'apporto dato dalle botteghe napoletane allo sviluppo della statuaria lignea nel Sei-Settecento in Spagna e nel Mezzogiorno.
Alla fine del Seicento si distingue a Napoli l'operosa bottega dei fratelli Aniello e Michele Perone che inviano molte opere in Spagna. Tra gli apprendisti di Aniello si annovera Nicola Salzillo, unico scultore della cerchia trasferitesi in una città spagnola, Murcia, dove apre un'importante bottega (1699-1727).
Il lavoro di ricerca ha consentito la realizzazione di un catalogo delle sue opere, strumento indispensabile per meglio comprendere l'influenza della scultura napoletana in ambito spagnolo. Esempio emblematico può considerarsi il figlio di Nicola, il famoso Francisco Salzillo, del quale finora non era stata mai evidenziata tale formazione.