La produzione delle cere artistiche in Sicilia affonda le sue radici già nel mondo greco e romano, ma è a partire dal tardo Cinquecento che assume una vera e propria dignità d'arte paragonabile a quella delle coeve manifestazioni artistiche. Questa particolare forma d'arte raggiungerà esiti di altissima levatura grazie all'attività di valenti artisti, primo fra tutti il siracusano Gaetano Giulio Zummo le cui cere anatomiche sono esposte nei più importanti musei italiani e stranieri. L'attività degli artisti della cera prosegue intensamente nel Settecento, secolo in cui fioriscono numerose scuole in parecchie località dell'Isola: tra i centri più rinomati ricordiamo Palermo, Trapani, Erice, Alcamo, Messina, Acireale, Siracusa, Noto. Nell'Ottocento le opere in cera escono dal ristretto mondo dell'aristocrazia e dal chiuso dei monasteri per diffondersi negli strati sociali della piccola borghesia e del popolo divenendo oggetto di culto e devozione (si pensi ai bambinelli di cera, alle effigi dei santi protettori ).