Un'originale monografia tematica dedicata a uno dei soggetti prediletti della pittura dell'artista bolognese Vittoria Chierici (1955), le battaglie, soggetto di origine antichissima con la quale si sono confrontati numerosi maestri del passato e del presente, da Paolo Uccello a Leonardo, da Picasso a Carrà.
Come scrive Achille Bonito Oliva nel saggio introduttivo le 'possiamo considerare l'evento drammatico della guerra anche una metafora del processo creativo dell'artista. L'artista infatti incrocia, come in una sorta di scontro-incontro, conflitto col mondo, le proprie armi e a questo conflitto si arriva poi a formalizzare lo scontro e a depositarlo sistematicamente in un risultato formale. Il risultato delle battaglie di Vittoria Chierici è di costruire uno stile.
Non sono cioè solo l'effetto - questo è molto importante - di documentazioni vere di un momento di violenza e di scontro, di lutto, di morte. Nei suoi lavori c'è come la capacità, la coscienza dell'autonomia del linguaggio di distanziare l'evento della guerra, del la battaglia e arrivare alla fermezza di una sequenza visiva dove, in effetti, non c'è in primo piano il dettaglio della morte che vuole ricattare lo sguardo dello spettatore, ma c'è piuttosto l'inserimento della morte all'interno di un linguaggio di linee di conflitto, di linee di forza
che scaturiscono e vengono da lontano: partono da Paolo Uccello nella Battaglia di San Romano e arrivano fino al Boccioni della Città che Sale.
Ecco che tutta la storia dell'arte si dipana, non come semplice memoria, ma come elaborazione che Vittoria Chierici fa di una iconografia della battaglia
Paolo Uccello viene in qualche modo registrato, catturato, capito e fagocitato proprio attraverso la comprensione della Battaglia di San Romano dove le forme anche dei cavalli, di spalle, sono in realtà il sostegno di una forma e diventano occasioni di un segno. Da Paolo Uccello fino a Vittoria Chierici, possiamo dire che anche la morte è un colore.
In questo modo, noi passiamo attraverso memorie che vanno da Leonardo, Paolo Uccello, Boccioni a quella cinematografica di Eisenstein, ma ci troviamo anche dentro la costruzione di piramidi visive entro cui si ristabilisce il primato della profondità, della distan za, della misura. E anche il conflitto dell'arte trova una propria misura. Se il conflitto nella vita è sempre gestuale, annullamento della ragione, ecco che Vittoria Chierici restituisce alla battaglia una dimensione totale, la profondità. La battaglia come luogo di conoscenza, di esplorazione visiva e filosofica della vita'.